“Es medianoche, el cabaret despierta, muchas mujeres, flores y champàn. Va a comenzar la eterna y triste fiesta de los que viven al ritmo de un gotan”.*
"Acquaforte", 1930, Juan Carlos Marambio Catàn, Horacio Pettorossi
Il tango, metafora della coppia, condensa affinità e differenze. Lui propone e va avanti, lei si abbandona e indietreggia, in perfetta sincronia. Un ballo da talamo, absolutely. Tanto complesso ed in equilibrio instabile quanto lo sono le relazioni.
Passione, tradimento e nostalgia i grandi motivi di questo pensiero triste che si balla.
Tre minuti, di religioso silenzio, guancia contro guancia. Si segue la musica, senza pensare. Un alternarsi ininterrotto di muscoli tesi e languori, allacci e abbandoni, dondolii e attese. Uomo e donna conquistano di continuo lo spazio dell’altro, fermando e spostando il piede. Incastri di gambe si sciolgono come per magia. Ci si attira e ci si respinge. Il distacco è necessario per poter fare altre figure, ma dopo si torna dritti dritti all’abbraccio.
Piedi ben piantati a terra, lasciarsi portare, la regola per la donna. Sicura si sé, elabora ciò che l’uomo offre con decisione e si restituisce alla “marca” con creatività. E il corpo vola.
“Rara, como encendida, te hallé bebiendo, linda y fatal.
Bebìas, y en el fragor del champàn loca reìas, por no llorar”.**
“Los mareados”, parole di Domingo Enrique Cadìcamo; musica di Juan Carlos Cobìan, 1942
Alcool e amore tormentato, uno degli abbinamenti più frequentati dal tango. Tacchi a spillo di una donna seducente e perfida si arrampicano, olimpici, lungo inquiete gambe maschili, che per lei rubano, tradiscono, si battono. Lui al caffè, a raccontarsi agli amici, sigaretta alla mano e davanti una bottiglia. Rimpiange la donna che implorava di non lasciarla per un’altra e che ora, per punizione, domina tutti i suoi i pensieri.
Hanno melodie intramontabili e testi pieni di poesia i cult del tango-canzone. E lo champagne vi scorre a fiumi, in questa città cantata patria del tango, incredibilmente bella e intensa, fatta di chiari e di scuri, di giorni luminosi e notti fuggevoli. Come le bollicine, protette nel vetro solido e scuro affinché si aprano, in piena tranquillità, in tutta la loro effervescenza. Da consumarsi tra la mancanza e la pienezza, le bollicine, così simili al corpo umano teso nell’armonia della danza. E alle alterne vicende nelle storie d’amore.
*E’ mezzanotte, il cabaret si sveglia, molte le donne, i fiori, lo champagne. Sta per cominciare l'eterna e triste festa di coloro che vivono al ritmo di un tango".
**Rara, sembravi accesa, ti trovai bevendo
Bella e fatale.
Bevevi,
e nell’effetto dello champagne
bevevi come una pazza, per non piangere.
....Trascorrono la serata in uno squallido locale dove bevono champagne e ballano il tango. Nonostante la bella serata, lei gli dice che è finita e fugge all’alba dal locale ormai deserto. Paul, ubriaco, la insegue in strada fino a casa della madre di lei. Quando riesce ad abbracciarla e le domanda il suo nome quella gli spara.
RispondiEliminaUltimo tango a Parigi
Wow! Da rivedere anche la scena del tango in Scent of a Woman. Un indimenticabile Al Pacino, autentico concentrato di rabbia e poesia, balla sulle note di "Por una cabeza" di Gardel...http://www.youtube.com/watch?v=dBHhSVJ_S6A
RispondiEliminaancora .... : "Tango" (1933) di Luis José Moglia Barth, in cui ammirare, tra gli altri, le splendide Libertad Lamarque, Tita Merello, Azucena Maizani e Mercedes Simone, grandissime interpreti dei più tanghi della decade '30-'40...
RispondiEliminaAggiungiamo un altro film alla nostra collezione di tango movies: La barra de la esquina, del 1950, diretto da Julio Saraceni. Un grande cantante, Alberto Castillo (nel film Alberto Donatelli), idolo della moltitudine femminile nell'Argentina della Decada de oro, ci farà ripercorrere attraverso i ricordi della propria gioventù l'atmosfera del viejo barrio e i sogni di una città, Buenos Aires, riflessi nella realtà del tango
RispondiElimina