domenica 19 dicembre 2010

La neve: candida, soffice e …..dannata!

Atto I
Cade la neve.

Non è un’illusione. Cade veramente anche se non ci sei abituata. Scende piano piano, a piccoli fiocchi, e dopo un po’ il suo cadere è incessante, fitto. Il tempo di distrarti che appena guardi fuori dalla finestra tutto è bianco. Le auto, gli alberi della piazza, i vialetti.
Tutto è coperto da una soffice e candida neve. La meraviglia è sempre la stessa e la tentazione di scendere in strada per ammirare il paesaggio è forte ma ti accontenti di scattare due foto dal balcone. La vista è stupenda: colline ricoperte di bianco, un cielo plumbeo e un vento lieve che ti accarezza la faccia. Il tempo sta cambiando.
E’ divertente pensare al Natale imbiancato, entrare nell’atmosfera delle feste con questi cristalli di ghiaccio dalle forme geometriche. Una magia. Li osservi sulla mano mentre lentamente si sciolgono. E’ quasi ipnotico il loro candore e non smetteresti mai di ammirarli, così perfetti e completi.
Sul momento pensi solo al tepore dell’ufficio che ti accoglie. Le ultime carte da sistemare e poi a casa al calduccio ad accendere il camino e programmare la serata davanti alla tv.
Peccato che non hai fatto i conti col tuo lavoro e tutto questa sarà solo un lontano ricordo.

Atto II
La magia svanisce.

Un incubo. Quelle due carte presto si trasformano in decine di fogli mentre i colleghi ti salutano in fretta per paura di trovare traffico. Chi non ha le catene, chi ha i figli a scuola, chi la nonna dal dottore. Si, certo. Sei comprensiva. Del resto tu non hai figli, non hai la nonna dal dottore, non hai paura del traffico ma accidenti: non hai neppure le catene! Ti rassicurano che non c’è nessun problema e che scendere dal colle è ancora piuttosto semplice. Sono le 13.30 ed è necessario un giro di perlustrazione. Chi se ne frega se non hai le scarpe adatte, muori dal freddo e ogni due passi rischi di romperti l’osso del collo.
Alle 15.00 però il problema esiste: la viabilità si blocca, le strade vengono chiuse, le scuole anche. Ti giri intorno e ti accorgi che, stoicamente, sei rimasta sola. Ma niente paura: hai solo da pensare a te stessa e quindi puoi accamparti comodamente in ufficio fino a sera. I comfort non ti mancano: grissini, due cioccolatini avanzati da Pasqua e 1 litro d’acqua. Il necessario per sopravvivere mentre mandi via caterve di comunicati e rispondi inutilmente a decine e decine di telefonate.     

 Atto III
 Dannata nevicata.

Mentre lanci insulti a chiunque, di colpo, la tua mission: tornare a casa. Assolutamente.
E come se non bastasse raccomandarsi per un passaggio a valle, restare al ghiaccio per il solito furbo che si è intraversato con l’auto chiudendo qualsiasi varco, c’è pure chi ironicamente ti chiede se domani gli uffici resteranno chiusi. Se ci arrivi a domani.
E credimi, la prossima volta anche tu ti inventerai un nonno da andare a prendere ai giardinetti.
     

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