Avvertenza: luoghi e persone sono puramente casuali ed è tutto frutto della mia fantasia.
Mentre la crisi divora il centro storico lasciando che i negozi abbassino le saracinesche, infuria un’altra guerra per il predominio del territorio.
Laddove la città non è più appetibile a commercianti e turisti pian piano si affacciano sul mercato famelici avventori.
Uno “strascico di ferite non sanate” e purulente richiama ingordi speculatori, pronti a lanciarsi sul quel poco o molto, dipende dai punti di vista, che rimane dell’ormai morente e cadente centro storico.
Si sono spartiti tutto tanto che molti negozi chiudono mentre altri restano fermi nel tempo, inadeguati e fatiscenti.
Furibondi, dopo essersi accusati a vicenda, puntano il dito contro la politica chiedendo a gran voce quel tavolo di concertazione ricco di allettanti proposte pronte a sfamare una digiuna e ormai collassata città.
Piatto ricco, mi ci ficco. Ecco che si fanno avanti, risvegliati dal crepitio, clienti che non disdegnano la merceologia.
Le botteghe, i negozi, i magazzini e gli uffici, soprattutto il mio, si animano di quel turismo inaspettato. Silenziosi e solitari si danno un gran da fare per riportare vita in città, un grido disperato raccolto da madre natura.
Dopo le cimici, i ghiri in letargo, e una marea di topi ad invadere il centro è arrivata l’ora delle puzzole.
Si aggirano in Palazzo Comunale, stanziali al primo piano. Ancora nessuno le ha viste ma la discussione imperversa e il tanfo si sente.
Il Municipio olezza gridano dal centro, il bianco e nero non è più di moda urlano da basso. Chi le ha chiamate? Cosa cercano? Cosa vogliono?
Prima è toccato ai ghiri, placidi e pacifici che si nutrivano di alcuni incartamenti nel torpore delle bolle amministrative, poi ai topi con una micidiale derattizzazione. Ora sarà la volta delle puzzole.
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