Hai presente quei giorni in cui ti senti particolarmente intollerante? Quando ti svegli la mattina e anziché sbadigliare grugnisci? Si, ecco uno di quei giorni. E’ un classico di lunedì. Sai benissimo che sarà una pessima giornata e che la miglior soluzione sarebbe quella di prendere un volo per il Brasile…ma purtroppo devi andare a lavorare.
Speri di non incontrare nessuno sul tuo cammino, giusto per non emettere neppure un suono, anche il tuo respiro ti reca fastidio….e invece si scatena l’apocalisse di vicinato e conoscenti desiderosi di darti il “buon giorno” appena esci di casa. Ma perché non abito nel deserto?
Ecco che inizia lo scongiuro: no, non mi guardare, non mi sorridere, non salutarmi, non ti ho visto, fila via diritto…..e invece immancabilmente tutti hanno una gran voglia di parlarti salutandoti con grandi sorrisi. Ma poi che avete da sorridere, sembro Mortimer!
Sono venti anni che prendi il caffè nel solito posto proprio perché ormai sanno quello che vuoi e non hanno neppure bisogno di chiedertelo, ma guarda caso proprio oggi c’è un barista nuovo e ti tocca parlare se non vuoi passare il resto della giornata a sfidarlo ad occhiate nella speranza che legga nel pensiero “ ’affè, basso…zie”.
Via sia monta in macchina e per 10 minuti puoi goderti il silenzio più assoluto non fosse che poco dopo incontri il solito imbecille che buca lo stop e ti tocca pure imprecare contro di lui e la sua povera mamma, nonna e perfino zia tutte a gestire un bordello. Hai già esaurito quelle poche scorte di ossigeno che devi proprio mettercela tutta per darti un nuovo contegno incazzoso come pochi.
Entri in ufficio e mentre percorri quei tre corridoi speri infinitamente di non incappare in nessuno giusto la collega con al quale condividi la stanza per un frettoloso “ giorno…”.
Testa bassa, sempre più bassa, quasi tu voglia sparire nella scrivania….e il telefono squilla. Perché squilla, squilla di continuo, incessantemente….. “Pronto!....mmm…si…no…arrivederci”.
Perché tutti devono trafiggerti il cervello in continuazione. Oggi non è giornata e dovrebbero leggertelo a chiare lettere sul viso che non è cosa, ma si sa pur di perdersi in chiacchere si chiede inutilmente “ Che hai? – Dormito male? –Problemi?”. No, proprio non puoi farcela e devi attingere a quelle poche risorse di buon senso che avevi conservato dal giorno del tuo 12esimo compleanno. Dai, non è così difficile..e mentre cerchi di modulare la voce scegliendo le giuste parole neppure te puoi credere alle tue orecchie mentre ruggisci contro il malcapitato di turno.
Sconvolgente…saranno i primi sintomi della pazzia? Può essere, ma di sicuro ti aiutano a quella selezione naturale di cui hai tanto bisogno e finalmente nessuno ha più il coraggio di avvicinarti per tutta la giornata che passa, un po’ crudele, ma tutto sommato senza scocciature.
E’ una sorta di sopravvivenza, anche per gli altri visto che potresti ucciderli tutti e alla fine sei contenta di tornare a casa senza aver stragiato nessuno a parole. Un sollievo. Una benedizione.
Una conquista quotidiana che si esaurisce il lunedì sera sotto la doccia.
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